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IL BENESSERE DI UNA TESTUGGINE TERRESTRE

Se ospitate, anche temporaneamente, una testuggine terrestre è essenziale che conosciate alcune regole fondamentali per garantirne il benessere e perché possa patire al minimo la sua condizione di cattività.

Le tartarughe terrestri autoctone (o importate in tempi storici e quindi da considerarsi naturalizzate) più comuni nelle case degli italiani al momento sono:

Testuggine di Hermann (Testudo hermanni)
Testuggine greca
(Testudo graeca)
Testuggine marginata
(Testudo marginata)


La situazione ideale per ospitare testuggini di terra sarebbe disporre di un grande giardino, perchè in natura le testuggini compiono ogni giorno spostamenti anche di centinaia di metri. Se le vostre tarte sono così fortunate, eccovi dunque alcuni consigli su come attrezzare un "tartarugario" in giardino:


1. Lo spazio e l'insolazione adatta

Ricordate l'assunto fondamentale: "più spazio c'è, meglio è".

1.1. Attrezzate il vostro giardino

Se il vostro giardino è privo di piante velenose (se ci sono estirpale accuratamente), di gradini o dislivelli ripidi, è ben recintato e non ha sbocchi sulla strada (dove la tarta rischia di essere travolta da automobili o morsa da cani o volpi), lasciate libera la tartaruga: sarà lei autonomamente a disporre degli spazi di cui ha bisogno, a decidere cosa e quanto mangiare e il tempo da trascorrere al sole o all'ombra.

In caso contrario potete recintarne una parte, che reputate idonea. Le dimensioni del "tartarugario" devono essere minimo 10 volte la lunghezza e la largezza della tartaruga! Se ad es. la tarta è lunga 10 cm e larga 5, lo spazio minimo necessario sarà di 1 metro per 50 cm.

La rete deve essere interrata di almeno 50 cm, perché la tartaruga scavando non la superi. Attenzione però a lasciare, nella parte recintata, zone al sole e zone d'ombra!!!!

Per l'alimentazione sarà sufficiente, oltre al cibo che potrete fornire quotidianamente, piantare alcune essenze di cui le tarte sono "ghiotte" e che forniscono loro il corretto apporto vitaminico (vedere sotto quali).

Lasciate a disposizione due ciotole (sono sufficienti due sottovasi di dimensioni adeguate alla tartaruga) con acqua sempre pulita e fresca: una all'ombra, dove possa bere e rinfrescarsi, e una al sole, per salutari bagni tiepidi, che la aiutano nella minzione e nell'evacuazione delle feci.

Preparate infine per lei uno spazio coperto, una tettoia in legno o un rifugio di mattoni o tegole dove ripararsi dalle intemperie.

In autunno sarà lei a decidere tempi e luoghi per il letargo.

1.2. Organizzate un "tartarugario" in terrazzo

Se disponete di un grande terrazzo che volete utilizzare per ospitare una tartaruga, bisogna che facciate attenzione prima ad alcuni particolari:

a) Attenzione alle cadute!
Attorno al terrazzo è essenziale che ci siano solide balaustre "piene" da cui la tartaruga non può cadere di sotto. Se avete invece delle ringhiere a sbarre è necessario predisporre una rete fitta e resistente tutt'intorno. Le cadute dai terrazzi ledono seriamente il carapace e causano fratture anche letali. Senza contare che, se la tarta sopravvive, può allontanarsi e perdersi.

b) Attenzione all'esposizione!
Le tartarughe hanno bisogno di esporsi quotidianamente al sole e di ripararsi all'ombra nelle ore più calde. Se il terrazzo è esposto a nord non è adatto. Se è esposto a sud bisogna predisporre uno spazio coperto, una tettoia in legno o un rifugio di mattoni o tegole dove possa ripararsi dal sole. In ogni caso il rifugio è importante anche perchè la tarta possa ripararsi dalle intemperie.

c) Attenzione al pavimento!
Le tartarughe sono "strutturate" per camminare su terreni morbidi, quindi pavimentazioni in cemento o mattonelle non sono adatte. Peggio ancora le pavimentazioni in materiale isolante gommoso, che con il sole si surriscaldano fino a squagliarsi e si incollano pericolosamente alle zampe e al piastrone. Le tartarughe sono inoltre sensibili alle scottature, pavimenti scuri che al sole si infuocano sono deleteri!

Per far sì quindi che il terrazzo diventi idoneo, si può recintarne una parte (di dimensioni adeguate, vedete sopra!!!!) con un muretto in mattoni alto a sufficienza perchè la bestiola non lo scavalchi e porre sul pavimento uno strato abbondante di fieno, che andrà cambiato ogni 2-3 settimane.

Sarà poi sufficiente disporre in questa zona:

- due ciotole (sono sufficienti due sottovasi di dimensioni adeguate alla tartaruga) con acqua sempre pulita e fresca: una all'ombra, dove possa bere e rinfrescarsi, e una al sole, per salutari bagni tiepidi, che la aiutano nella minzione e nell'evacuazione delle feci,
- uno spazio coperto, costituito da una tettoia in legno o un rifugio di mattoni o tegole dove ripararsi dalle intemperie e dal sole diretto.

1.3. Il terrario - un "male necessario" da rendere confortevole

Far vivere le testuggini terrestri in terrario è una crudeltà. Non fatelo se non è strettamente necessario.

Il terrario è uno strumento da usare solo in emergenza, per tartarughe malate o in "quarantena", per piccole appena nate che è pericoloso esporre a intemperie, per far superare l'inverno senza letargo (solo qualora venga prescritto da un veterinario), per esporre a lampade UV testuggini che devono (sempre per motivi di salute) superare l'inverno in casa (in tal caso possono trascorrere in terrario solo le ore necessarie a "fare il pieno" di raggi UV) e poi essere lasciate "libere" per la stanza.

1.3.1. Spazi e materiali

Come materiali per un terrario sono idonei il vetro o il plexiglass, purché la base abbia una superficie di dimesioni adeguate (10 volte la tartaruga è il minimo indispensabile, se le tartarughe sono due le dimensioni devono raddoppiare).

Come fondo l'ideale è quello a più strati: un cartone ondulato opportunamente ritagliato, uno strato di carta assorbente da cucina, fieno da conigli in quantità. Non sono idonei: terra (in ambiente chiuso facilmente ammuffisce, va cambiata ogni settimana), ghiaia (se ingoiata potrebbe causare una costipazione intestinale), segatura (le polveri causano irritazione alle vie respiratorie), lettiere arificiali, tutolo (che viene magiato).

1.3.2. Temperatura e illuminazione

La temperatura ideale è di 24-26°C di giorno, con una riduzione di circa 5°C di notte. Si ottiene con:
- un apposito tappetino riscaldante (in vendita nei negozi di terraristica) posto al di sotto del terrario, da lasciare sempre acceso,
- una lampada riscaldante a infrarossi o in ceramica (anche questa in vendita nei negozi di terraristica) a distanza adeguata (verificare sulla confezione della lampada) da accendere durante il giorno.

Come è stato già detto, di vitale importanza per la salute della tartaruga è l'esposizione al sole. Durante le giornate calde e soleggiate, è un'ottima pratica permettere alle tartarughe di esporsi alla luce solare diretta, mettendo il terrario su una terrazza o in prossimità di una finestra aperta, fornendo sempre la possibilità di ripararsi all'ombra.

Si tenga presente che la luce solare filtrata da un vetro o dal plexiglass non apporta raggi ultravioletti ed è perciò inutile.

Se quest'esposizione non è possibile, si possono utilizzare lampade che emettano lo spettro completo di radiazioni, compresi i raggi ultravioletti. Anche queste lampade sono acquistabili presso negozi di animali. Sono specifiche per i rettili e non vanno confuse con le lampade per i pesci.
Una lampada UV (radiazione ideale per le tartarughe: 7%) sostituirà la luce solare. La luce va lasciata accesa per 12-14 ore al giorno. La lampada va sostituita ogni 9-12 mesi, anche se sembra ancora funzionante (perde presto il potere di emettere raggi UVB).

1.3.3. Pulizia

Per evitare problemi di salute alla nostra tartaruga, è molto importante tenere pulito il suo ambiente. Bisogna cambiare l'acqua da bere e togliere tutte le feci quotidianamente e cambiare fieno e carta assorbente almeno 1 volta la settimana. Il cartone, se opportunamente coperto, può durare anche due settimane.



2. L'alimentazione ideale

La dieta della maggior parte delle tartarughe terrestri è vegetariana, anche se è necessaria una certà quantità di proteine.

L'ideale è poter tenere una tartaruga in un giardino con una ricca varietà di piante erbacee diverse: l'animale è in grado di scegliere le piante più appetitose e più nutrienti a seconda della necessità del momento.

Tra le piantine "selvatiche" che potete far crescere in giardino sicuramente idonee sono:
- trifoglio
- tarassaco o dente di leone
- piantaggine
- dicondra
- malva
- pale del fico d'india (senza spine!)
- acetosella
- cicoria selvatica
- crescione

Tra le piante "ortive" che si possono dare alle tartarughe terrestri sono raccomandate:
- cicoria
- radicchio
- puntarelle
- valerianella o songino
- indivia e scarola
- indivia belga
- foglie di cavolo o cavolfiore o verza
- fagiolini (lessati senza sale)

La frutta che si può somministrare saltuariamente è la seguente:
- papaya
- fragola
- mela
- melone
- uva
- anguria
- fico
- albicocca

Si raccomanda di grattare una volta alla settimana sulla verdura bagnata dell'osso di seppia, importante fonte di calcio.


3. Il letargo (fonte: www.tartarughe.org)

Le testuggini che vivono in un giardino regolano autonomamente tempi e profondità del letargo. Volendo aiutarle a superare bene l'inverno si possono tuttavia adottare alcune accortezze:

- predisporre un rifugio adeguato con una tettoia in legno o mattoni e tegole, coprendola con paglia o foglie secche per creare uno strato di aria che funzionerà da isolante contro le temperature rigide;

- non forzare l'alimentazione: prima del letargo le testuggini diminuiscono progressivamente la quantità di cibo che mangiano, per evitare di avere residui che fermentano nell'intestino;

- lasciare acqua sempre fresca a disposizione, facendo attenzione che non geli.

Vale la pena spendere due parole sul "letargo breve", idoneo per i piccoli nati in autunno: è bene lasciarli all'aperto fino a quando da soli decidono di andare in letargo. A questo punto si tengono in una scatola di legno allaperto controllandoli spesso e, dopo un paio di mesi, li si può svegliare mettendoli in un terrario e aumentando progressivamente la temperatura. Fino a primavera inoltrata dovranno essere allevati e mantenuti svegli e vispi in terrario.

3.1. Il letargo controllato

Utile strumento in caso di testuggini che affrontano il letargo per la prima volta, si effettua mettendo la tartarughina (che sia a digiuno da qualche giorno) in una cassetta con terra sul fondo, ricoperta con foglie secche.

La cassetta va messa in un luogo fresco e asciutto, al buio, con una temperatura stabile attorno a 5°C. Meglio proteggerla con una rete metallica, in modo che non sia "visitabile" da ratti o serpenti. Periodicamente (una volta a settimana, soprattutto se si tratta di piccoli) è bene inumidire le foglie.

All'arrivo della primavera, esponendo la cassetta in un ambiente più caldo, la testuggine si risveglia da sola.

3.2. Accortezze indispensabili

- Non mandate in letargo testuggini malate, l'abbassamento di metabolismo potrebbe essere fatale perché abbassa anche le difese immunitarie.

- Difendete le tartarughe dai ratti: costruite ripari con una rete metallica sul fondo (interrata per almeno 20 cm).

- Non forzate le tartarughe a mangiare prima del letargo, ma fatele svuotare dalle feci con bagni tiepidi quotidiani.

- Nei mesi che precedono il letargo evitate sbalzi di temperatura continui, come può accadere portando dentro e fuori casa le tartarughe: vanno lasciate fuori finchè non cominciano ad interrarsi; l'entrata in latenza deve essere graduale e seguire il normale andamento stagionale.

- Non lasciate la tartaruga in un ambiente troppo caldo (con una temperatura superiore a 9-10°C): impedirebbe il necessario rallentamento del metabolismo. Molti credono che prendere una scatola e lasciarla in casa durante l'inverno significhi avere allestito un terrario. Purtroppo è invece un modo per far morire una tartaruga. Se volete allestire un terrario, dovete garantire temperatura, raggi UV e luminosità corrette. Se scegliete la strada del letargo controllato, la temperatura deve essere inferiore ai 10°C. Non sono ammesse vie intermedie!

- N
el caso del letargo controllato, non dimenticate di inumidire il contenitore (soprattutto le piccole tendono a disidratarsi).

Controllate il peso della tarta prima di mandarla in letargo e pesatela regolarmente. Nonappena avrà perso il 10% del peso corporeo va assolutamente svegliata mettendola in un terrario riscaldato!!!


4. Gli errori più comuni che possono portare le tartarughe alla morte

1. Tenere le tartarughe in un ambiente sporco
2. Alimentare eccessivamente le tartarughe
3. Fornire loro una dieta non idonea o poco variata
4. Privare le tartarughe della luce del sole, o della lampada per rettili (N.B.: La lampada per rettili ha un "potere" che dura 9 mesi. Va cambiata anche se sembra ancora funzionante)
5. Tenere le tartarughe in posizione precaria (Le tartarughe non hanno concezione del vuoto, ci si buttano pensando si tratti di uno specchio d'acqua).

Per eventuali problemi di salute della vostra tartaruga, si consiglia una visita da un veterinario ESPERTO IN RETTILI.


Foto Testuggine di Hermann e Testuggine marginata: Silvia Sebasti