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Allocchi,
gufi, barbagianni e civette sono i rapaci più comunemente
avvistati e spesso riconosciuti, nell’immaginario collettivo,
come animali della notte aggressivi o porta sfortuna. La
quasi totalità delle situazioni non presenta alcun pericolo
per l’uomo trasformandosi spesso in un raro e prezioso momento
di studio e osservazione.
Le civette non portano sfortuna, il canto lamentoso
incriminato altro non è che il loro verso di richiamo; mentre
quello stridere acuto è indice del fatto che sono state disturbate
e difendono il territorio. Proprio il territorio è quello
che bisogna tenere presente come punto di riferimento per una corretta
valutazione del comportamento, a volte incomprensibile per un profano,
delle principali specie di rapaci notturni.
Se è periodo di nidificazione e passiamo nel territorio di
una coppia, potremmo venire minacciati o attaccati. Basta prenderne
atto e spostarsi, cambiare percorso, proteggersi con un cappello
e gli occhi con occhiali; il periodo non dura in eterno e tutto
tornerà quanto prima alla normalità.
Gli allocchi sanno essere particolarmente “persuasivi”
quando decidono che costituite un pericolo per loro. In questi casi,
effettivamente, bisogna stare molto attenti a proteggere i propri
occhi da un eventuale attacco.
Se ha nidificato sul tetto di casa e la situazione è decisamente
insostenibile perché vi impedisce di uscire sul terrazzo,
portate pazienza fino alla fine della riproduzione e in autunno
prevedete una pulizia del tetto da ogni oggetto o cumulo che possa
essere usato l’anno successivo come nido. Nessun'altra situazione
di semplice intolleranza può essere giustificata per la distruzione
dei nidi (che è reato).
Nella
foto a lato è ritratto un bellissimo esemplare di gufo
reale (Bubo bubo), immortalato da una nostra socia
attivistia recuperatrice durante un sopralluogo a Roma, in pieno
centro abitato e fortemente urbanizzato; cittadini allarmati ne
hanno segnalato la presenza alle Forze dell'Ordine e queste a noi
dell'ARF.
Secondo bibliografia, non è comune che un gufo reale si insinui
in posti tanto urbanizzati e tantomeno che scelga come dormitorio
una palma "condominiale", ma città molto verdi
come Roma, con parchi urbani estesi, offrono opportunità
sostenibili ad animali i cui territori sono stati ridotti drasticamente
proprio dalla colonizzazione umana.
In alcuni casi poi si tratta di animali fuggiti da privati e per
questo abituati all’uomo; a testimonianza di ciò, possono
portare anelli o braccialetti di cuoio alle zampe.
Gli animali si adattano... in alcuni casi oserei dire che "si
arrangiano". In questi casi occorre documentare e studiare
il fenomeno, portarlo a conoscenza della comunità scientifica
e disturbare il meno possibile l'animale. Invece quello che capita
più di frequente è che la gente si allarmi nel vedere,
in spazzi ritenuti di propria esclusiva pertinenza, animali insoliti
e dall'aspetto fiero e minaccioso.
Non è il caso di allarmarsi.
Ecco le domande più frequenti poste dai cittadini e le nostre
risposte:
D.: I gufi attaccano i bambini?
R.: No, i bambini che giocano nel parco sono assolutamente al sicuro.
D.: È normale che un gufo venga attaccato da un gruppo di
cornacchie?
R.: Si, i gufi hanno proprio la peculiarità di attirare le
cornacchie ma quasi mai un gufo reale corre seri pericoli.
D.: Se non si sposta mai durante il giorno significa che sta male?
R.: No, sono animali sedentari la cui attività inizia all’imbrunire.
Una volta scelto un dormitorio, lo abbandonano per sempre solo se
fortemene disturbati.
D.:
Qual è il comportamento più opportuno se ci si trova
un gufo sul terrazzo di casa?
R.: Niente panico, urla o movimenti convulsi. Se ha scelto la caldaia
o il tettuccio del vostro terrazzo avete la fortuna di osservare
da vicino animali splendidi e di solito schivi. Avvisate la Forestale
(perché possa mobilitare un’unità di studio
se necessario) e monitorate voi in prima persona i movimenti e le
attività dell’animale in modo da fornire quanti più
dettagli possibili agli esperti. Unico inconveniente: sporcano non
poco... ma anche qui potete rendervi eccezionalmente utili raccogliendo
le borre (quelle palline pelose che trovate sotto il dormitorio),
molto importanti per lo studio dell'alimentazione della specie.
D.: Posso chiedere di catturarlo per spostarlo in altro luogo?
R.: No, solo in caso di comprovata pericolosità per l’incolumità
pubblica un giudice potrà ordinarne la cattura. Diversamente
la fauna selvatica resta patrimonio indisponibile dello stato e
come tale non può essere uccisa né disturbata, molestata
o maltrattata.
Testo: Sabrina Calandra
Foto gufo reale a Roma: Rachele Malavasi
Foto gufo sul tetto (Monterotondo): Angelo Cinà
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