VOLATILI IN CITTÀ

Scorazzano per i cieli delle nostre città, senza rappresentare un reale problema se non quando diventano troppi…

Il piccione domestico

I piccioni "cittadini" sono il risultato di numerosi incroci di razze domestiche di colombi. In tempi storici alcuni esemplari, sfuggiti alla cattività o volutamente rilasciati dall'uomo, hanno trovato nell'ambiente urbano un luogo ideale: pochi predatori, grande diposnibilità di cibo, numerosi ripari per sostare e nidificare. Il piccione domestico si riproduce nel Lazio tutto l'anno, con 5-6 covate di 2 uova ciascuna. Il tasso di sopravvivenza dei piccoli è del 45%.

Rischi per l’uomo


Sostanzialmente il contatto con questi animali non è pericoloso quanto si crede; le comuni regole di igiene e profilassi bastano a garantirci la salute.

Sono molti tuttavia i cittadini che lamentano disagi imputabili a questi uccelli, sia a carico degli edifici, a causa dell'accumulo (nei siti di sosta e di riproduzione) di guano (escrementi), piume, resti alimentari, resti di nidi dismessi, individui morti, sia per il timore di infestazioni parassitarie o altre malattie.
Altri pensano che i piccioni siano pieni di zecche o acari pronti a saltarci addosso al primo contatto... nulla di più sbagliato: i parassiti, gli acari in particolar modo, scelgono gli uccelli per le loro peculiari caratteristiche fisiologiche (tra cui la temperatura corporea più alta); l’uomo non è il massimo a cui possa auspicare un acaro grigio!

Come sempre, è la concentrazione che genera i disagi più evidenti. Per ovviare, almeno in parte, a questo problema, è necessario che i cittadini per primi agiscano secondo una logica ecologica.

La prima accortezza da adottare è evitare di alimentare i piccioni. Il cibo fornito dall'uomo infatti, oltre ad attirare numerosi individui, è deleterio per i piccioni stessi, in quanto è per lo più carente dei principi nutritivi essenziali per questi uccelli. Piccioni alimentati e saziati con pane e altri "avanzi di cucina" difficilmente cercano fonti nutrizionali più "sane" adatte a loro e, per questo, si ammalano facilmente per avitaminosi e disvitaminosi.

La seconda accortezza è quella di evitare l'accesso e la nidificazione dei piccioni nel proprio stabile: è necessario per questo chiudere tutti gli accessi all'interno di scale, chiostrine, sottotetti, soffitte, mediante reti metalliche ben salde.

Se poi il vostro stabile è già abitato da questi uccelli, potete rivolgervi all'A.R.F. (vedi la pagina "Pet consulting e altre attività dell'A.R.F."), che provvederà al monitoraggio (numerico e sanitario) delle colonie problematiche.

Se necessario, per il controllo dei luoghi di nidificazione si possono utilizzare:

- repellenti meccanici (profilati in policarbonato o acciaio inox con innestate punte di acciaio inossidabile, reti in polietilene, cavetti anti appoggio in nylon e acciaio inox);
- sistemi elettrostatici da posare sulle abituali zone di appoggio o nidificazione dei colombi (provocano una leggera scossa elettrica che li allontana definitivamente dagli edifici).

Tali trattamenti possono essere eseguiti solo da aziende specializzate che, essendo a conoscenza delle abitudini del colombo, sono in grado di consigliare il migliore sistema dissuasivo da utilizzare in base alla situazione riscontrata.


Principali patologie di cui sono vittime i piccioni

Occorre precisare che le colonie sono diverse a seconda del luogo di appartenenza; per esempio il vaiolo (non si tratta del temuto vaiolo umano!) nella sua forma difterica (soggetta a controllo sanitario) non si trova ovunque su territorio italiano: alcune città presentano la forma cutanea, altre quella respiratoria. Distinguiamo tra malattie tipiche degli uccelli e quelle invece trasmissibili all’uomo dette zoonosi (a noi interessano prevalentemente queste ultime).

Inoltre è importante tenere presente che i soggetti maggiormente a rischio sono gli anziani e gli immuno-depressi; una persona in buona salute corre pochissimi rischi. Particolare attenzione devono fare le donne incinte, che rappresentano una categoria a sé con precise norme di igiene.

Salmonellosi
Agente eziologico: Salmonella tiphimurium; ci vuole un’elevata carica batterica ed un contatto diretto orale per contrarre la malattia.
Clamidiosi
Agente eziologico: Chlamydia psittaci; molto più pericolosa la forma trasmessa dai pappagalli, meno quella trasmessa da altri uccelli (ivi compreso il piccione). Sono pericolosi gli escrementi essiccati che fanno da veicolo al germe.
Borreliosi
Agente eziologico: Borrelia burgdoferi; isolata dalle zecche, la malattia è portata da lepri e conigli ma poiché alcuni piccioni (non tutti!) sono infestati da zecche, possono diventare veicolo di diffusione.
Tularemia
Agente eziologico: Francisella tularensis; anche questo germe è presente nelle zecche veicolate dai piccioni, ma lepri e conigli restano la fonte di infezione per l’uomo. Esiste la possibilità di vaccinazione per chi è a rischio professionale.
Toxoplasmosi
Agente eziologico: Toxoplasma gondii. E’ una malattia grave se contratta durante la gravidanza per i danni che può recare al feto; l’ospite definitivo è il gatto ed è questo che trasmette principalmente la malattia, l’uomo ed altri animali a sangue caldo possono fare da ospiti intermedi.
Rickettsiosi
Agente eziologico: Rickettsia burnetii. Detta anche "febbre Q" ha come veicolo insetti e causa problemi polmonari. Alcune forme di rickettsia sono strettamente limitate a determinate aree geografiche.

In ogni caso contrarre queste malattie dai piccioni è estremamente difficile, osservare le comuni norme igieniche (ad es. lavarsi le mani dopo la manipolazione di questi animali) vi terrà al sicuro dal contagio!


Per quanto riguarda i gabbiani esiste un remoto pericolo di essere “aggrediti”, ma solo se ci si avvicina ai loro nidi… chi del resto non è aggressivo con gli intrusi che si avvicinano ai propri figli?
In città il gabbiano reale nidifica sui terrazzi e sui tetti dei palazzi, avendo sostituito le nostre case alle scogliere marine. Il periodo di nidificazione, che inizia a maggio, si conclude con l’involo dei piccoli i primi di luglio.

Se non si desidera averli come ospiti è bene prevenire la loro nidificazione, rivolgendosi a personale specializzato, visto che il gabbiano reale è una specie protetta dalla legge che ne vieta l’uccisione, la cattura, lo spostamento di nidi, uova o piccoli..

Se invece è troppo tardi e hanno già fatto il nido bisogna solo pazientare un paio di mesi….

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Testi: Sabrina Calandra & Silvia Sebasti