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QUANDO RACCOGLIERE UN ANIMALE SELVATICO È UN ERRORE

Non sempre avvistare a terra un animale selvatico implica che questo si trovi in difficoltà o sia ferito! In questa pagina riportiamo alcuni dei casi più frequenti nei quali l’intervento dell’uomo risulta inutile o addirittura dannoso.

Uccellini ai primi voli
Un classico! Appena sono pronti, qualche volta un po’ più precocemente, gli uccellini seguono i genitori per imparare a volare e a cercare cibo.
Gli ambienti rimasti esclusiva proprietà della natura selvatica sono davvero pochi, perciò gli animali che vivono in città si arrangiano come possono e sono costretti a imparare in mezzo al traffico, ai palazzi con gli immancabili vetri-specchio degli uffici, nei cortili e nelle chiostrine.

Non dimenticare che i genitori ci sono, controllano il piccolo e sono terrorizzati dalla nostra presenza.
Dato che volano, potrebbero monitorare il piccolo da un posatoio non proprio alla nostra portata visiva. La sola cosa da fare è assicurarsi che il piccolo non sia rimasto solo, ma occorre farlo da nascosti perché altrimenti i genitori non si avvicinano.


È inutile e dannoso portare via un piccolo
perché "forse potrebbe passare un gatto o una macchina"; meglio cercare un posto più sicuro poco distante e sistemarlo lì. I genitori lo ritroveranno e continueranno a nutrirlo e a segirlo correttamente.


Piccoli di alcuni rapaci notturni (es. allocchi, gufi, civette, barbagianni)
Questi uccelli hanno un aspetto decisamente da “piccoli indifesi” (e potenzialmente lo sono), ma il loro svezzamento continua a terra, fuori dal nido. Spostarli significa sottrarli alle cure parentali, che durano a lungo e sono indispensabili affinché il piccolo impari le corrette tecniche predatorie. A meno che non appaiano abbattuti e prostrati, freddi o feriti, non vanno mai prelevati; al massimo, se si trovano in luoghi palesemente pericolosi (ciglio di una strada, asfalto caldo in estate, in balia di bambini incuriositi o oggetto di interesse di un gatto) possono essere spostati in luogo più protetto poco distante (non centinaia di metri!). Alcuni rapaci notturni come gli allocchi sono particolarmente aggressivi e puntano dritto in testa l’essere umano che si avvicina in un raggio di circa 10 metri dal nido o dal piccolo rimasto a terra. In questi casi non serve a niente chiamare le forze dell’ordine invocando protezione (purtroppo è quello che capita sempre).
In tal caso al primo attacco (che di solito è quello che coglie di sorpresa e disorienta) non vi agitate e non dimenate le braccia; coprite immediatamente gli occhi e spostatevi in luogo chiuso portandovi fuori dall’area dove avete subito l’attacco (è quella la zona dove scatta il modulo comportamentale difensivo dell’animale). Basta portare pazienza e tenersi alla larga dal sito di nidificazione o dal piccolo rimasto a terra.


I gabbiani in città nidificano sui terrazzi e i giovani si lanciano da lì nel loro primo volo; pertanto è normalissimo incontrarli per le vie del centro o sul fondo di una chiostrina (andrebbero tutte chiuse con le reti anti-intrusione per piccioni!).
Inoltre, i giovani gabbiani hanno le dimensioni degli adulti e questo induce erroneamente a ritenerli feriti perché non riescono a volare; in realtà semplicemente non lo sanno ancora fare, non hanno avuto il tempo di imparare.
In caso di taccole e cornacchie (ma anche di altre specie aggressive, gabbiani compresi) ricordatevi che, se i genitori ritengono il piccolo in pericolo, possono attaccare con voli radenti le nostre teste. Senza farsi prendere dal panico, se capita, assicuriamoci solo che il piccolo sia al riparo da macchine e gatti dato che per il resto siamo sicuri che sia seguito.


Piccoli di riccio
Spesso le tane dei ricci, specie se vengono costruite in giardini privati, non sono poi così riparate e invisibili. Questo avviene probabilmente perché i ricci, vivendo abbastanza vicino all’uomo, hanno imparato a sfruttarne tutte le potenzialità. Non è raro vedere un riccio che mangia tranquillo nella ciotola del gatto quando di notte è lasciata incustodita; lo fanno anche le volpi! Mentre i genitori vanno in giro a cercare da mangiare, i piccoli restano incustoditi in una buchetta appena accennata nel terreno allestita con foglie, terra e qualche rametto. Nella fase di svezzamento hanno ancora gli aculei chiari e morbidi. Svezzarli è estremamente difficile e se vengono prelevati la mortalità è altissima. Tenete d’occhio il nido e se per mezza giornata non si vede nessuno, controllate che nei dintorni non vi sia un riccio morto (spesso schiacciato da una macchina). Se dopo diverse ore non vi è traccia di adulti, allora chiamate un centro specializzato. Non fornite pappe fai-da-te e non date latte di mucca ai piccoli, li fareste morire!!!
Eccezione:
i piccoli ricci nati in ritardo difficilmente sopportano l'inverno perché il peso minimo per andare in letargo è 550 g e non hanno il tempo di raggiungerlo prima che arrivi il freddo. Il peso ideale è 700/800 g.  Un riccio che se ne va in giro a novembre (a meno che non faccia ancora molto caldo per la stagione), ha qualcosa che non va! Necessita di soccorso e va portato in un centro recupero.


Testuggini terrestri e acquatiche come quelle che vedete in foto qui accanto e qui sotto.
Ricordate che, anche se siamo abituati a vederle nelle nostre case e nei nostri giardini e a considerarle animali domestici, alcune testuggini appartengono alla fauna selvatica italiana (scopri qui come riconoscere le testuggini italiane). Perciò se le avvistate durante una passeggiata in campagna... è normale che siano lì, non sono "scappate" da qualche giardino, sono selvatiche!
Se sono in buona salute lasciatele dove sono, fanno parte del patrimonio faunistico nazionale e la detenzione è vietata dalla legge. P
ortandole via contribuireste all’estinzione locale delle testuggini italiane! Inoltre ricordate che un animale nato e vissuto in natura si adatta male alla cattività e soffre molto… senza parlare poi delle pesanti sanzioni in cui potete incorrere visto che non è possibile regolarizzarne la detenzione!!!!!


Rospi
Durante il periodo riproduttivo, i rospi si spostano dalle zone di svernamento agli stagni per la riproduzione. Per raggiungere i siti riproduttivi, può accadere che debbano attraversare le strade, ed in questi casi non è insolito trovarli sul ciglio delle strade spesso immobili o quasi (soprattutto di notte). In questi casi è sufficiente mettere l'animale in sicurezza spostandolo al di là della strada.


Piccoli di lepri
Le lepri non fanno il nido in buche sotterranee, i piccoli sono allevati in superficie. Se ne trovate uno non è detto che sia stato abbandonato, non lo toccate e semmai restate nascosti a controllare che arrivi un genitore.


Testi: Sabrina Calandra e Silvia Sebasti