L'ALIMENTAZIONE DEGLI UCCELLI

L'argomento alimentazione sarà affrontato tenendo presente le più comuni situazioni in cui ci si può trovare in un primo recupero; le cure più specialistiche e l'intero svezzamento e reintegro in natura di un volatile trovato in difficoltà vanno effettuati in centri specializzati dove è tutto organizzato in modo tale da evitare che l'animale perda la sua natura selvatica.

Negli uccelli il mantenimento di un metabolismo molto attivo serve a garantire una temperatura corporea elevata e necessita di un'alimentazione costante. Clicca qui per approfondire il discorso sul metabolismo o leggi oltre per le infomazioni sull'alimentazione.

Fondamentale è naturalmente nutrirli al più presto. L'ingestione giornaliera di cibo è molto regolare negli uccelli vegetariani o insettivori; in quelli che si nutrono di prede vive la quantità di cibo ingerito giornalmente può essere estremamente varia e per essi possono esserci giorni nei quali non riescono ad assicurarsi un pasto completo e possono restare digiuni per molto tempo; per contro esistono per essi dei giorni nei quali si nutrono abbondantemente.

Per darvi un'idea concreta sul grado di resistenza alla denutrizione facciamo qualche esempio: un'aquila può restare senza mangiare un mese, una Civetta delle Nevi (Nictea Scandiaca) 24 giorni ed un Bengalino Cordonbleu (Estrilda Angolensis) muore 4-5 ore dopo che il suo tubo digerente è rimasto completamente vuoto.

Ogni quanto somministrare cibo:
- un implume ha bisogno di mangiare ogni mezz'ora;
- se ha già qualche piuma va nutrito circa ogni 2 ore;
- se piumato completamente ma ancora piccolo e che non sa volare, va nutrito ogni 4 ore.
Questi dati sono comunque da considerarsi orientativi.


Che cibo somministrare?
OSSERVARE IL BECCO
dell'uccellino che si è trovato è utile per capire che tipo di cibo fa parte della sua dieta abituale ed a questo proposito, dividere gli uccelli in insettivori e granivori può essere utile per fare sommariamente il punto su ciò che può mangiare il trovatello da recuperare.

Alimentare i piccoli

Per i piccoli il discorso è articolato; innanzi tutto va fatta una distinzione tra nidiacei e piccoli al primo volo.

Nidiacei sono da considerarsi quelli trovati implumi, incapaci di sostenersi sulle zampette, in genere dormono la maggior parte del tempo o addirittura hanno gli occhi ancora chiusi.
Sono totalmente inetti (cioè incapaci di sopravvivere senza cure parentali) ed hanno bisogno di essere nutriti poco e spesso, circa una volta ogni mezz'ora rispettando le ore di luce e di buio; in altri termini bisogna collocarli in un posto riparato dove possa arrivare la luce naturale e bisognerà iniziare ad alimentarli appena fa giorno e smettere appena fa notte.

Per i più debilitati si possono prolungare le ore di luce fino a tre ore dopo il tramonto per permettere una maggiore alimentazione.

Per nutrire i nidiacei occorrono:

• omogeneizzato di carne; si può usare una comune siringa per insulina, naturalmente privata dell'ago; le dosi dipendono dalla taglia dell'uccellino ed è quindi opportuno chiedere informazioni specifiche ai centri di recupero; in questo contesto è possibile fornire solo uno schema generale.
• camole del miele, vanno fatte a pezzetti e va data una camola o due ogni 30 minuti/1 h a seconda sempre della taglia e dell'età dell'uccellino.
Non usate i bigattini!!!!!!!!!!!!! Le lave di mosca sono carnivore e restano vive nello stomaco dell'animale provocando lesioni mortali.

Ai granivori, come ad esempio i cardellini, va preparato un pastoncino fatto prevalentemente con farina di semi (è una polvere gialla venduta in tutti i negozi per animali) ed acqua quanto basta per renderlo cremoso.

Questo pastoncino va dato con uno stecchino a cui è stata tolta la punta; anche qui le dosi sono in proporzione alla taglia dell'animale; la quantità che può portare la punta di uno stecchino è la dose di un'imbeccata (meno di un pizzico).

Ricordiamo che la dieta di un granivoro nei suoi primi giorni di vita va integrata con esche vive (le camole della farina vanno spremute).

Il pastoncino per insettivori può essere usato aggiungendo acqua per renderlo cremoso. Sono comunque sempre da preferire per lo svezzamento prede vive e cibi digeribili.

- l'acqua va data in ragione di una o due gocce ai lati del becco; non di più perché la prendono dai cibi.
- vermi ed omogeneizzato non devono essere freddi di frigorifero.
- è sempre bene alternare questi alimenti nella dieta.

Attenzione va posta, prima di qualsiasi altra cosa, nel capire se il piccolo è malato; intervenire subito gli salverà la vita. Quindi osservate gli escrementi dei piccoli, gli uccellini ancora nel nido fanno gli escrementi come avvolti in un velo mucoso trasparente, il genitore prende gli escrementi per eliminarli dal nido e questo velo mucoso fa da sacchetto per evitare che si rompano nell'operazione di pulizia del nido. Destano sospetto se sono liquidi o maleodoranti.

L'inappetenza è un altro segnale d'allarme; se il piccolo dorme sempre e non apre il becco a intervalli regolari, se non pigola e non chiama, c'è sicuramente qualcosa che non va.

Se il piccolo ha già qualche piuma può darsi che si sia perso in un tentativo precoce di volare.
Messo in un nido vero o artificiale, tenderà ad uscirne e mettersi appollaiato sul bordo o, se era già al suo secondo o terzo voletto preferirà al bordo del nido un trespolo poco distante. A quest'età approssimativa si può già pensare di aumentare le dosi e le ore di pausa tra un pasto e l'altro.

Si possono attendere fino a tre ore, prima di alimentarlo nuovamente. I vermi possono essere dati interi se la taglia è quella di un merlo oppure fatti in due pezzetti se la taglia è quella di una capinera; ai granivori si può dare più farina di granaglie che non camole anche se la dieta dovrà essere ancora per un po' mista.

Fin dai primi giorni è bene fornire cibo ed acqua nell'alloggio; l'uccellino già più grandicello cercherà maldestramente di beccare (gli insettivori sono stimolati dal movimento della camola), i primi tentativi saranno senza grossi risultati, ma finché tenta di beccare è bene lasciarlo fare senza farsi intenerire dalla sua goffaggine.
Quando sarà stanco e la sua attenzione calerà, si potrà procedere ad alimentarlo come sopra descritto.

Durante il periodo nel quale l'uccellino impara a muoversi ed alimentarsi, i genitori non lo abbandonano mai ed oltre ad insegnargli a volare, lo spronano continuamente in quegli atteggiamenti istintivi che altrimenti non si raffinerebbero mai. Ecco perché è difficile riuscire ad allevare bene un uccellino selvatico; bisogna sostituirsi ai suoi genitori naturali e stargli dietro tutto il giorno.

Il contatto continuo con un essere umano che lo coccola e lo nutre sempre potrebbe spingerlo a non tentare di alimentarsi da solo quando è tempo; spetta a chi lo sta svezzando stimolarlo ed insegnargli con pazienza tutto quello che già il suo istinto gli suggerisce.

Alimentare gli adulti

La prima cosa corretta da farsi è CAPIRE SE SI TRATTA DI UN ANIMALE SELVATICO OPPURE SE E' un uccello SCAPPATO DA UNA GABBIA.
Un uccello selvatico, anche se si lascia prendere perché debilitato, una volta sistemato in gabbia, resterà immobile e terrà d'occhio ogni movimento che avviene nel suo raggio visivo oppure, se non è particolarmente abbattuto, comincerà ad agitarsi in cerca di una via di fuga; ecco perché è più opportuno sistemare l'animale in una scatola di cartone o coprire la gabbia con un panno o meglio rivestirne le pareti con dei giornali.
Un adulto comunque attivo anche se ferito, se lasciato tranquillo con del cibo e dell'acqua a disposizione, prima o poi mangerà da solo. Se rifiuta il mangime è segno che non è abituato (in quanto selvatico), a quel tipo di pasto e dovrà ambientarsi prima di accettarlo; in questo caso gli si procurerà del cibo più consono (esche vive, granaglie a seconda del soggetto).

Se rifiuta ogni tipo di cibo quasi sicuramente ha un'infezione o è talmente debilitato da non avere la forza di alimentarsi.

Procedere ad alimentazione forzata non è cosa facile; bisogna essere delicati e rapidi e la scelta del cibo deve essere orientata sempre verso alimenti leggeri e digeribili.

Il becco va aperto delicatamente tenendo l'uccellino fermo ed infilando un dito lateralmente tra la parte superiore e quella inferiore del becco, quindi tenere il dito indice di traverso nel becco e con l'altra mano introdurre il cibo.
Bisogna assolutamente prestare attenzione, durante questa operazione, a non stringere troppo in pugno l'uccellino, cosa che può capitare facilmente se ci si distrae mentre si infila il dito tra il becco; inoltre non si deve mai storcere il becco perché può deformarsi irrimediabilmente; e nell'introdurre il cibo va fatta attenzione a non ostruire quel piccolo foro posto in basso in fondo alla lingua perché si rischierebbe di soffocare l'animale.
Nel caso l'uccello non sembri particolarmente turbato dal soggiornare in gabbia, se mostra di non spaventarsi in vostra presenza o di non agitarsi anche se c'è movimento intorno a lui, se mangia volentieri il pastone e mostra di riconoscere subito un beverino o una mangiatoia, quasi certamente è un animale scappato da una gabbia.

Indipendentemente per tutti gli uccelli, grandi o nidiacei e soprattutto per questi ultimi, la quantità di cibo che un uccello deve ingerire dipende dal contenuto energetico netto dell'alimento nonché dalle giuste proporzioni tra grassi, carboidrati e proteine.
Questo vale ancora di più se parliamo di alimentazione in cattività, perché la scelta del pastone da somministrare non è così semplice come può sembrare; in altre parole non basta andare in un negozio specializzato e chiedere una scatola di mangime adatto alla specie di uccello trovato; alcuni pastoni contengono carbone vegetale e molti grassi e non sono adatti a svezzare i piccoli (a nostro avviso non sono completi neanche come pasto unico per gli adulti); altri contengono uovo e se l'uccellino trovato ha problemi all'apparato digerente si rischia di peggiorare la situazione.

Meglio prima informarsi sulle condizioni di salute dell'animale, poi valutare se ha carenze di qualche tipo e solo successivamente decidere quale cibo dargli. Comunque è preferibile scegliere mangimi non pellettati, prede vive (vermi per esempio), frutta fresca e semi selezionati a seconda del soggetto.

Altra informazione importante è che tutti i piccoli granivori, nei primi giorni di vita, hanno un regime alimentare insettivoro, il solo capace di apportare le proteine che servono ad un piccolo per crescere. Fanno eccezione i piccoli Piccioni, a cui i genitori forniscono una secrezione chiamata "latte di piccione" che viene sostituita più in là nella crescita da un rigurgitato di semi misto a succo gastrico. Molti nidiacei sono nutriti per rigurgitazione, soprattutto i granivori, perché il cibo impregnato di succhi gastrici risulta più digeribile.

Alimentazione di adulti insettivori:

• Camole della farina e/o del miele (nei negozi di animali o di articoli da pesca)
• Mangime per insettivori non pellettato (nei negozi di animali)
• Frutta fresca
• Acqua, sempre fresca e rinnovata spesso

Non usate i bigattini!!!!!!!!!!!!! Le lave di mosca sono carnivore e restano vive nello stomaco dell'animale provocando lesioni mortali.

Ai più debilitati o con infezioni intestinali le camole della farina vanno spremute dopo aver tolto la testa e va fatto mangiare il succo contenuto all'interno. Il resto va buttato.

La frutta fresca non va data se ci sono problemi intestinali (osservare gli escrementi).

Gli insettivori sono attratti da prede vive; il movimento di queste ultime è uno stimolo visivo efficace che si può provare a sfruttare per indurli a mangiare.


Alimentazione per adulti granivori:

• granaglie; a seconda della taglia dell'animale si opterà per quella a semi grandi o per quella a semi piccoli
• acqua sempre fresca e da rinnovare spesso.
• frutti secchi (noci, pinoli)
• verdura fresca (va lavata ed asciugata per evitare che fermenti)


Testi: Copyright © 1997 Sabrina Calandra
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